Intervista a Giuseppina Gazzella, autrice di Senza un perché

S’intitola “Senza un perché” il singolo di Giuseppina Gazzella, arrangiato dal musicista e compositore Niki Romagnoli e uscito all’inizio di dicembre. Classe ’84, la cantante marchigiana è attualmente al lavoro per pubblicare il suo primo album di inediti. Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con lei, ecco che cosa ci ha raccontato.

Ciao Giuseppina, benvenuta su SulPalco.com. Siamo felici di averti con noi. Cominciamo con una domanda di rito: vuoi raccontare ai nostri lettori qualcosa di te?

Ciao e grazie per esservi interessati al mio progetto musicale. È davvero un piacere per me essere ospitata nel vostro magazine. Di me posso dirvi che vivo di musica da sempre, e che proprio la musica è il filo conduttore che unisce le tappe più importanti della mia esistenza. Grazie alla musica sono sopravvissuta ad un periodo della mia vita per niente facile, e sempre grazie a lei ho trovato la persona che completa la mia vita e senza la quale nulla avrebbe senso. Studio canto da molti anni, insegno, scrivo, mi esibisco dal vivo con la mia band. Un progetto artistico che è cresciuto e si è evoluto nel tempo, e che auspico si possa evolvere ancora. Studio continuamente e sono sempre alla ricerca di nuove sfumature musicali.

So che sei attualmente al lavoro per pubblicare il tuo primo disco di inediti, in collaborazione con il musicista e compositore Niki Romagnoli. Cosa puoi dirci di questo progetto?

Niki Romagnoli oltre ad essere il mio pianista, compositore e arrangiatore, è anche mio marito. Siamo compagni di vita e di arte, e questo ci permette di inserire nei nostri pezzi tutte le emozioni che attraversano le nostre giornate. I brani a cui stiamo lavorando nascono in un momento di grande fermento per noi, in cui siamo affiancati da Lighea, cantautrice marchigiana, nella produzione. Abbiamo molte idee che stiamo mettendo in musica e parole, idee che mi piacciono molto e con cui sento un forte legame, un profondo senso di appartenenza. Dei testi mi occupo sempre io. Scrivere per me è stata sempre un’esigenza. Credo sia qualcosa che si può affinare, ma non imparare; è un bisogno che nasce da dentro, che ti fa prendere la penna in mano, che ti fa correre per cercare un foglio di carta per casa, correndo come una folle.

È da poco uscito il tuo singolo “Senza un perché”. Il brano prende spunto da un vergognoso fatto di cronaca nera: l’uccisione di Federico Aldrovandi. Perché hai deciso di mettere in musica proprio questa storia?

In realtà non ho mai deciso di scrivere una canzone sulla storia di Federico Aldrovandi. Per quanto mi riguarda non decido mai di scrivere un pezzo su un determinato argomento, seguo semplicemente le emozioni e l’istinto. Un giorno mi sono imbattuta in una trasmissione di approfondimento, in cui si parlava di Stefano Cucchi e di Federico Aldrovandi. La foto di quel ragazzone, steso a terra, inerme, è stato un pugno sullo stomaco. Conoscevo la sua storia, ma ho voluto saperne di più, e mano a mano che leggevo articoli e interviste, montava in me la rabbia e un bisogno di giustizia. A modo mio ho voluto dare voce a Federico, al dolore della sua famiglia, ai suoi pochi anni spazzati via di colpo. Quello di Senza Un Perché è un testo nato in pochi minuti, di getto, perché certe cose si devono raccontare con la pancia. Il messaggio che abbiamo voluto lanciare, sia io che Niki, con il video ufficiale del pezzo è anche di speranza: i poliziotti non sono tutti uguali. Ma certe cose non devono succedere e non devono essere dimenticate.

Pensi che la musica debba avere una missione, in particolare? E quale messaggio vuoi affidare alle tue canzoni?

Non credo che la musica debba avere necessariamente una missione in particolare. Ogni artista ha i suoi motivi e i suoi bisogni che lo spingono a esibirsi, a scrivere, a mettersi a nudo di fronte al proprio pubblico. Che sia di 5 persone o di 5000. Credo che le uniche cose che contano davvero siano l’onestà e la verità che si mettono nel proprio lavoro. Se fingi di essere qualcosa che non ti appartiene il pubblico presto o tardi se ne accorge. Nei miei pezzi in particolare punto sempre a raccontare una storia. Il mio obiettivo non è la canzone in sé, ma il messaggio e la storia che posso raccontare attraverso le note e le parole. È questo che conta per me: far arrivare al cuore della gente la storia che voglio raccontare. La memoria è il più grande tesoro che abbiamo, e se l’artista ha una missione, forse è proprio quella di far riflettere ed essere memoria storica del suo pubblico.

Come pensi di promuovere il disco? Quando potremo vederti dal vivo?

In questi giorni sarò ospite di alcune radio per la promozione del singolo, che va avanti anche attraverso i canali social. A breve sarà possibile trovarlo in vendita in tutte le piattaforme digitali. I concerti inizieranno in estate. Per ora mi concentro sulla scrittura del nuovo album, sullo studio e sulla preparazione dei live. Abbiamo già delle date fissate, ma per ora non posso dirvi di più.

Da musicista emergente, come ti sembra in questo momento la scena musicale italiana? C’è ancora spazio per i cantautori?

È sicuramente un panorama musicale in evoluzione e che presenta molte e diverse sfaccettature. Credo ci sia spazio per tutti, anche per i cantautori. Ognuno ha la sua fetta di pubblico. Forse l’ostacolo più grosso lo pongono i locali: sono sempre meno quelli che fanno suonare musica live, e ancora meno quelli che accettano una band che fa dei brani inediti. Si scambia troppo spesso un djset per un concerto, e si disprezza troppo velocemente la musica che non è conosciuta. Di artisti bravi ce ne sono, ma spesso non riescono a farsi la famosa “gavetta” proprio a causa dei troppi locali che non danno loro spazio, a meno che non “ti porti gente”, come dicono loro.

I tuoi sogni nel cassetto, nel breve e nel lungo periodo?

Ce ne sono tanti, artistici e non, e conto di tirarli fuori tutti e di realizzarli. Il disco, dei live, la casa… e ancora e ancora. Desiderare ci rende liberi e ci dà la motivazione per fare sempre di più e sempre meglio. Volere è potere… ci credo molto a questo detto, ed è proprio per questo che continuerò a sognare, a volere e a realizzare follemente.

Prima di salutarci, hai un ultimo messaggio per i nostri lettori? Come possiamo seguirti?

Ci tengo prima di tutto a ringraziare mio marito Niki Romagnoli per il supporto artistico e morale, Lighea per la direzione artistica, Alessandra Machella, regista del video di Senza Un Perché, e l’attore Luca Vagnoni, protagonista del video. Una squadra affiatata, che lavora divertendosi e che ama ciò che fa. Un clima meraviglioso. Per seguire tutti gli aggiornamenti che mi riguardano potete iscrivervi al mio canale YouTube, alla mia pagina Facebook o sul mio profilo Instagram. Infine vorrei ringraziare tutti quelli che mi supportano con affetto e con stima: sono davvero il miglior carburante per il mio motore, e voi per l’attenzione e la professionalità. A presto!