Sheer Dulled and the Peculiar Brains

Tracklist


1. My friends
2. Getting crazy
3. Cats into bells

Buona impressione a primo impatto per questo quartetto della provincia di Ferrara, nato solo un anno fa, ma con una gran voglia di produrre qualcosa di proprio, di farla ascoltare e di mettersi in gioco, senza passare per il solito ciclo cover-tribute che sembra ormai essere diventata la prassi e (a mio modesto parere)il cancro della musica emergente.
Il demo apre con My Friends, traccia decisamente sperimentale, che nello spazio di soli due minuti sintetizza le influenze della band. Ottimo l’intro di basso, ricorda i Primus dei primi tempi, particolare lo stacco di chitarre acustiche stile folk che apre poi a sonorità molto(forse troppo) Queen, che rovinano un po’ l’originalità.
Getting Crazy è una track ottimamente suonata dai ferraresi, che dimostrano di saperci fare, nonostante la giovane età media dei componenti. Anche qui il riferimento ai Queen di Somebody to Love è inevitabile, d’altra parte i cori e l’utilizzo delle sonorità tanto care a Bryan May, vengono qui adottate in modo quasi spudorato. Ottimo il lavoro del basso e del piano. Consiglierei al cantante di non voler troppo assomigliare a Freddy, il confronto potrebbe essere a dir poco pericoloso.
Si giunge così all’ultima traccia: Cats Into Bells.
Brano strisciante ed aggressivo, ben eseguito, il refrain mi ricorda i Faith no More di King for a day, manca secondo me un ritornello più accattivante che darebbe maggior risalto ai continui stacchi, che, a lungo andare, stancano un po’; unica pecca del brano (se proprio la vogliamo andare a cercare) è il finale, che sembra buttato lì, ma forse era proprio quello il senso che i nostri volevano dare.

Esprimere un giudizio sulla band e il suo futuro, dopo l’ascolto di soli 10 minuti, mi sembra un po’ azzardato.
I punti forti: buon equilibrio degli strumenti, il suono è definito, non c’è voglia di sopravvaricare gli altri. Tanta buona volontà e una discreta registrazione, nonostante i limiti economici-strutturali ben noti alle band emergenti.
I punti deboli: come suddetto l’influenza dei Queen è troppo forte, il duo Caselli-Tassinari funziona nel parto delle idee, ma dovrebbero, secondo me, frenarsi reciprocamente quando il primo si cimenta nelle coralità e il secondo in un sound troppo May-dipendente. Francamente non sono riuscito a capire bene i testi dei loro brani, in futuro spero cantino in italiano, magari più ardito, ma proprio per questo magari originale.

Una nota di merito speciale al giovanissimo Alessandro “Zakk” Zacchi al basso, ottime idee ed esecuzione, continua così.
Un buona fortuna a questa band, che spero riesca ad emergere dal marasma italico.

Andrea Caselli – Voce, tastiere
Fabio Tassinari – Chitarra e cori
Carlo Cavicchi – Batteria
Alessandro Zacchi – Basso e cori