MALEDIA

ETICHETTA: auto prodotto
DURATA: 15 min. circa
TRACKLIST: Black Heaven, Hopeless Desire, Nightfall –

-C’è chi afferma che non c’è confine tra cielo e terra, che è impossibile fondere le fiamme dell’inferno con la grazia e la pace del paradiso.
I Maledia sono riusciti a spezzare questo incantesimo.
La musica della band romana è un cocktail esplosivo fatto di melodia e brutalità, degno della miglior tradizione gothic in stile After Forever.
Le indubbie capacità tecnico-esecutive della band generano un sound evocativo e alquanto affascinante, che non può non colpire fin dal primo e fugace ascolto.
La prima traccia è l’esempio più lampante di questo incredibile contrasto e il titolo, Black Heaven, non lascia dubbi in proposito.
Un attacco dalla precisione chirurgica fa da apri-pista alla voce della strepitosa Luana, giovanissima cantante dall’incredibile duttilità vocale che le consente di passare, con una fluidità inverosimile, dai cantati più propriamente lirici a quelli riservati a noi comuni mortali.
La voce melodiosa di questo usignolo si scontra con quella decisamente più roca e arrabbiata del chitarrista Daniele, creando cosi una tensione continua che colloca il disco in una sorta di terra di mezzo, dolcezza e ferocia che si scontrano e si fondono in un unico ed entusiasmante sound che non può assolutamente lasciare indifferenti.
La prima song richiama a gran voce i primi Nightwish, ma è innegabile l’arricchimento attraverso altri generi, come il prog e il power più classico.
La secondo traccia, Hopeless Desire, ha un ingresso più meditato e sinfonico, ma non per questo meno coinvolgente. Dopo un bellissimo assolo, si riparte con ritmi più serrati e fa il suo ingresso la dolcissima voce della singer, con la sua innata capacità di infondere maestosità e grazia.
Il brano è il più lungo dell’intero lotto e, forse per questo, il più vario e carico di emozioni, anche per l’eccezionale lavoro delle tastiere, mai dome nell’infondere partiture classiche.
Il demo si chiude con Nightfall, brano sicuramente più malinconico e sognante rispetto ai precedenti , una sorta di ballad conclusiva che stempera la ferocia delle prime traccie.
La band si presenta, così, decisamente promossa a pieni voti a questo primo esame, anzi, crediamo che i tempi per poter pensare ad un primo album siano già maturi.
L’unica nota negativa (se cosi vogliamo definirla) è l’aver insistito nel contrasto vocale fra la cantante e il chitarrista solo nel primo brano(favoloso, infatti), caratteristica, invece, che potrebbe rappresentare un vero e proprio marchio di fabbrica.