YO YO MUNDI – ALLA BELLEZZA DEI MARGINI

Dei piemontesi Yo Yo Mundi mi ha da sempre colpito la capacità di fondere impegno ambientalista e sociale, mai arreso alle lusinghe di facili e vacui slogan, con intimismo commovente e pregnante.
Dopo l’affascinante esperimento musical-cinematografico di “Sciopero”, la band di Paolo Archetti Maestri produce “Alla bellezza dei margini”, titolo che fa riferimento alla preziosità delle cose troppo spesso trascurate perché silenziosamente fragili e discrete.
Sin dalla prima canzone (“Dio è triste”) si capisce che il folk-rock degli Yo Yo Mundi è vivo, vitale ed elegante. Come eleganti e suggestive sono le liriche dell’Archetti Maestri, perfette nell’incastonarsi in melodie ora rallentate, a tratti struggenti, (“Alla bellezza dei margini” e “Profumo”), ora vivacissime (“Uh uh ah ah” e “Invano proteso in tuffo”). Non mancano testi arguti e pungenti, puro sarcasmo nei confronti dei miopi padroni del mondo (“Ambaradan”).
Con sempre maggiore frequenza (e impotenza) si sente parlare della necessità di considerare la musica non più come un bene di lusso (quindi con un’I.V.A. esageratissima), bensì come miracolosa espressione di concetti quali arte e cultura: ascoltando dischi come questo verrebbe voglia di urlare al mondo tutto l’incanto di questo miracolo.