Starlets

ETICHETTA: Autoprodotto DURATA: 15 min circa : TRACKLIST: Great balls of fire, My babe, T for texas, Key to the highway – -Il primo effetto che ci sembra di avvertire avendo per le mani questo promo, è che dalla città dei due mari e capitale della Magna Grecia si sia aperto uno squarcio che richiami il texas e tutta l’antica tradizione del blues sudista. Ma ciò che ne trapela, soprattutto, sono quattro musicisti piuttosto dotati e con un lotto di songs di tutto rispetto, capaci di far rievocare i ricordi della musica che ha tanto travolto il mondo negli anni 50 e 60.
Gli Starlets si formano grazie ad un idea di Andrea Baio, giovane e talentuoso tastierista cresciuto a ritmo di pane e blues, che nel 1998 decise di dar sfogo alla sua passione, cercando in tutti i modi di formare una band che incarnasse lo spirito della musica che da sempre aveva amato.
Dopo numerosi (e vani) tentativi, nel 2002 riesce finalmente nel suo intento, creando una formazione che fosse specializzata in blues e rock’n’roll.
Nonostante il gruppo sia ancora senza un nome, riesce subito a ritagliarsi uno spazio, creando un sound abbastanza “southern” ma con forti venature blues che affiorano dai solchi. Ma proprio quando la band iniziava, per cosi dire, ad “istituzionalizzarsi”, diversi cambi di formazione e avvicendamenti stravolgono i piani e rovinano ciò che di buono era stato creato.
Fine di un progetto ancor prima che ne abbia visto la luce?Niente affatto!
Grazie all’entrata in formazione del chitarrista Francesco Raio, del bassista Vincenzo Gilberti e dell’espertissimo drummer Gianni Ferri (più di 30 anni di esperienza, in Italia e all’estero), avviene il tanto sospirato salto di qualità.
Il loro blues, sfruttando le loro esperienze, ha oggi molta più energia e consapevolezza nei loro mezzi, e si ascolta con molto piacere, grazie ad una notevole attenzione per gli arrangiamenti e una inusuale ricercatezza nella struttura dei pezzi, vero trade mark della formazione.
Dopo aver girato per diversi locali della calda terra di Puglia, alla fine dello scorso anno escono con un loro demo, che prende il nome del gruppo, dove riportano la loro voglia di fare musica, di divertirsi e di far divertire, non uscendo molto dai canoni classici, ma con un’esecuzione degna di nota.
Quattro brani eseguiti con grinta, ma nello stesso tempo con buona tecnica, si ascoltano tutto di un fiato e ti fanno venire tanta voglia di ascoltarli dal vivo, diventando alla fine un tributo al blues e ai suoi grandi interpreti del passato.
Si inizia con “Great balls of fire”, indimenticabile successo dell’intramontabile Jerry Lee Lewis, che nel 1957 si piazzò al secondo posto della classifica americana.
Ciò che emerge da questo brano è l’incredibile somiglianza fra la cover e l’originale, quasi un tuffo nel tempo della stella, che offri al rock’n roll una gloria e una furia distruttiva che non aveva pari.
Si passa cosi al secondo brano, My Babe, di Willie Dixon, che rende omaggio a ciò che fu il più grande bluesman di Chicago. Gli Starlets riescono ancora nell’impresa di riproporre il sound originale alle perfezione, generando un piccolo gioiello indispensabile per comprendere l’evoluzione stilistica di quella musica che ha poi dato origine al rock’n roll.

Ed eccoci alla terza song, T For Texas , dei Lyrynd Skynyrd. Qui si passa decisamente a qualcosa di più elettrico e coinvolgente, rifacendosi al manifesto del rock sudista della Florida.
Nonostante il muro sonoro e agli intrecci della chitarre, emerge anche qui l’anima Bluesy, generando un sound che negli anni 70 ha fatto impazzire centinaia di bikers, grazie all’energia profusa e al carisma generato da queste composizioni.
E si chiude cosi alla grande, niente meno che con Key To The Highway, dei leggendari Eric Clapton e B.B. King.
Impossibile non farsi coinvolgere da una brano simile, in grado di comunicare una semplicità ed una naturale intesa fra i componenti dalla band.
Certamente proporre una cover di due mostri sacri è la prova del nove per questo gruppo, alla quale non può essere negato l’indubbio talento artistico e l’esperienza in un genere cosi difficile, ma allo stesso tempo cosi ingiustamente dimenticato e relegato quasi ad un “pubblico eletto”.
Se vi capiterà di vedere in cartellone un loro concerto non esitate, andate ad ascoltarli per godere della loro musica, non ve ne pentirete.