Quinto Stato

Partiamo dall’ artwork, dalla copertina…
Aprendo il libretto ti accorgi che si tratta del davanzale di una finestra…Si tratta di una fotografia che ho fatto durante una vacanza a Monaco, c’era questo cortile con questa scopa piantata al centro…poi la fotografia è stata ritoccata con dei filtri e dei programmi dal batterista che è un grafico

Quindi l’artwork è totalmente opera vostra…
Si, anche se c’è qualche errore che però non è imputabile a noi…mancano i contatti…c’è un errore nell’assegnare la produzione artistica di alcuni brani…

Che significa Quinto Stato?
È un nome che avevamo scelto all’inizio del gruppo…indica la classe ideale che vive del proprio sogno…sai, eravamo giovani ed ingenui…poi non è nato un nome migliore, gli altri nomi erano improponibili, nascevano in sala prove dopo del sano cazzeggio e poi eravamo già conosciuti così.

Com’è nata la collaborazione con Giorgio Canali? E’ produttore artistico di due brani (la 4 ela 6)
Fondamentalmente per un amico in comune, Manu Fusaroli del NHQ di ferrara, che ha fatto sentire i nostri pezzi a Giorgio. A lui siamo piaciuti ed ha iniziato a seguirci e siamo diventati amici. Anche il fatto che sia venuto a produrci due pezzi a Senigallia è per noi motivo d’orgoglio

Com’è lavorare con lui?
(risate)E’ fantastico, inizialmente ti spiazza, è un tipo nervoso, ma ti assicuro che quando lavori con lui non vorresti più uscire dallo studio di registrazione…Professionalmente è eccezionale, come competenza, spessore tecnico…come persona è molto schietta, non ha peli sulla lingua e questo inizialmente è spiazzante…(risate…partono aneddoti vari). Comunque ci ha aiutato molto a elaborare suoni, ecc anche se alla fine i pezzi sono rimasti quasi come li avevamo preparati

E lavorare con David Lenci?
Anche lui bravissimo anche se è l’esatto opposto di Giorgio…è molto professionale ma anche molto tranquillo, sa metterti a tuo agio

Leggo nei crediti che il disco è stato registrato praticamente un anno e mezzo fa, come mai questo ritardo per uscire?
La Load Up ha avuto qualche problema con la distribuzione che inizialmente doveva avvenire tramite Gammapop/Self…poi per vari motivi e contrattempi( i vari problemi della gammapop) si è perso tempo fino ad arrivare alla distribuzione White’N’Black..
.in più abbiamo avuto problemi di carattere tecnico…un fulmine caduto sulla Red House che ha danneggiato il computer

l’ira divina…
risate

Come siete arrivati alla Red House?
E’ capitato che abbiano ascoltato il brano “I soliti fischi”, pezzo per la compilation di Rock targato italia e si siano dimostrati interessati…da lì è incominciata la collaborazione…

Il fatto che fondamentalmente il disco esca in ritardo vi rappresenta ancora?In un anno e mezzo avrete scritto altri pezzi?
Ci sentiamo perfettamente rappresentati dal disco perché suona come vorremmo…poi è normale che dal vivo, migliorando come musicisti, si possa cambiare qualcosa…
Si, abbiamo preparato altri pezzi che eseguiamo in concerto e che, penso, finiranno sul prossimo disco ma è prematuro parlarne visto che sta uscendo ora il nostro primo disco…

Progetti per il futuro?
Vorremmo suonare molto in giro perché ci piace moltissimo la dimensione live, l’impatto sul palco…noi vogliamo suonare (bellissimo il modo in cui lo dicono) e speriamo di avere una promozione adatta a permetterci di mettere su un tour…inoltre ci piacerebbe, più a lungo termine, certo, che il nostro prossimo lavoro sia prodotto interamente da Giorgio…

Com’è stata la genesi del disco?
L’abbiamo registrato tutti insieme, praticamente in presa diretta e con pochissime sovraincisioni…vigeva lo stato di “alla prima buona”, abbiamo modificato giusto delle parti…

In “Al Limite” cantate: “non so superare quel pregiudizio musicale che mi limita le idee…creatività libera”; è una dichiarazione d’intenti?
No, in realtà è abbastanza infantile…è un omaggio alla trasversalità incarnata da Zappa

Questa cosa della trasversalità è uno dei punti di forza del vostro lavoro…si notano moltissimi richiami senza però associarli a dei nomi ben precisi perché il tutto è filtrato in maniera molto personale…influenze/ascolti?
In realtà ognuno di noi, per fortuna ha dei gusti diversi…c’è chi ascolta di tutto, ma in generale siamo legati a quelle scene, per l’appunto, trasversali come la scena belga e quindi i dEUS, i Sebadoh/Folk Implosion, l’obliquità Beefheartiana, primi due dischi dei MK, i Pixies…in realtà questo e non solo..

Come mai alcuni pezzi dei precedenti demo sono rimasti fuori?io li trovavo molto belli
Perché non rispecchiavano l’evoluzione che possiamo aver avuto come musicisti o nella creazione di brani…sai, alcuni potevano essere più ingenui, altri, come “Vai via”, più “metalloni”

Come mai la sceta di trasformare “E-bow” in “Così”?
E’ stato Giorgio a consigliarci di mettere su un bel testo per accompagnare quel brano strumentale che gli piaceva molto come melodia…in più ci ha dato consigli su come sfumarlo, allungarlo…

Vi seguo da molto tempo come una delle migliori realtà locali ed è bello vedere che siete giunti a realizzare un disco dopo così tanto tempo, dopo molta gavetta..
Hai detto bene, gavetta…ne abbiamo fatta moltissima, suonando prima a livello locale per rodarci e poi dovunque ce ne fosse data lì’opportunità…naturalmente quasi sempre gratis o addirittura rimettendoci…di questo dobbiamo essere grati ancora a Giorgio che ci ha sempre chiamato, quando possibile, a suonare con lui…

Dato che il vostro mi sembra una delle migliori uscite in italiano, vi si può ormai considerare nuove leve della scena italiana…cosa ne pensate di questa scena/non scena?
Dipende dai luoghi, dalle occasioni e dalle persone…a Rock targato italia si è respirata un’aria di collaborazione, amicizia… altrove ci possono essere stati degli episodi meno belli con ipocrisie, snobismi e quasi accoltellamenti alle spalle da parte di personaggi ascrivibili alla scena indipendente ma che si comportano in maniera tutt’altro che indipendente…qui a livello locale si sta creando una bella scena con bei gruppi che si aiutano e poi c’è Giorgio che ha dato una mano ecc.

Come nascono i pezzi? Te lo chiedo perché nonostante permanga un fondo di pop hanno sempre strutture atipiche, spezzate, continui cambi…vengono fuori così o ve lo imponete?
All’ inizio ricercavamo questo effetto di piazzamento con cambi ecc. ma poi è diventato insito nel nostro metodo di lavoro e di scrittura e non è più un qualcosa di forzato ma di assolutamente naturale…a volte poi le cose migliori sono quelle che escono durante lunghe jam che facciamo in sala prove…migliori perché frutto dell’attimo e irripetibili…ci piace sperimentare e lavorare su strutture più atipiche, come i tempi misti o spezzati, i controtempi….noi suoniamo moltissimo in sala prove e siamo dei perfezionisti…siamo stati capaci di stare tre settimane a lavorare su uno stacco…dico su uno stacco, non su un brano!

E’ molto bello il lavoro sui testi che passano dal dettagliato al surreale…in alcuni pezzi descrivi nei particolari le situazioni di cui parli…quanto parlano di te?
Abbastanza! Hai ragione sul fatto che descrivo nei dettagli gli episodi!

Allora anche quando parli del “vecchio che con la sua bava tenta di sfiorarti la bocca”…
(risate)si, è successo veramente, una sera sono andato a casa del mio datore di lavoro, c’era buio e lui aspettava una donna…credeva fossi lei ma sono riuscito ad evitare il contatto!

Penso comunque che i testi siano interessanti ed inusuali…
Grazie!

Sono adattati alla struttura del pezzo o precedenti alle musiche?
Solitamente li scrivo dopo o li adatto alle strutture musicali…questo è un lavoro che curo con molta pignoleria e a cui presto molta cura…mi impongo di lavorarci molto…

Trovo molto bello l’uso della voce solista e delle doppie voci…tu canti su linee ricercate, spesso al limite della stonatura…quanto questo è ricercato e quanto deriva dall’adattamento e dallo sfruttare al massimo le proprie possibilità e mezzi?
Direi fondamentalmente che è una scelta stilistica, nonostante dei miglioramenti ho sempre cantato così

QUINTO STATO

Difficile rimanere indifferenti ad un disco così bello! L’ esordio dei Quinto Stato è davvero sorprendente. Il suono inusuale della band, con riferimenti a Pixies e Sonic Youth, può sicuramente colpire molte persone, le strutture sono alternative, il cantato risulta efficace e capace di raccontare storie, come un libro o un “cantastorie” di rara bellezza. Non è certo facile spiegare il suono della band che sembra viaggiare su un binario a se stante, quasi una seconda atmosfera tagliente e spigolosa, ma piacevolissima all’ascolto. I Quinto Stato sembrano produrre una psichedelia nevrotica affogata in un muro di noise e da cui viene estrapolato un pop oscuro, intrigante, ma allo stesso tempo “simpatico” e surreale, immaginate una sezione ritmica pulsante che regge due chitarre psicotiche e fluttuanti che cambiano spesso tema, questa è la vera forza della band ferrarese, il continuo ricercare il suono, l’arpeggio, il cambio che fa sgranare gli occhi. Le stesse liriche vocali tengono ben presente la tradizione, ma la deviano creando un effetto molto originale e coraggioso. “I Soliti Fischi”, che apre il cd, fa subito capire le enormi potenzialità dei Quinto Stato, ottima “Fresco”, dal sapore antico, “Complotto”, “Gregor”, “Ultimissima” e “.Al Limite” (la più heavy della tracklist con voce doppia e ritmica aggressiva), confermano in pieno le impressioni iniziali e “Oh Baby” sembra la cigliegina sulla torta, canticchiabile, con un testo intelligente e coinvolgente, la capacità di variare lo schema della canzone è sicuramente elemento fondamentale della traccia. In fondo alla release c’è anche “E-Bow”, praticamente la versione strumentale di “Così” (che inizialmente la band eseguiva live senza voce). Detto ciò, mi limito a dare qualche informazione dul disco che la band ha registrato al Red House Recordings, la produzione è stata affidata a David Lenci, tranne “Così” e “Sui Fogli”, prodotte dal grande Giorgio Canali. Il Disco esce per Load Up Records che fa un grandissimo colpo mettendo sotto contratto questa promettentissima band. Non penso di sbagliare definendo i Quinto Stato una delle cose migliori che ho sentito ultimamente, forse la proposta italiana più interessante del momento. Il Disco esce ufficialmente nei negozi in settembre, ma è già possibile richederlo a Load Up o nei live della band.