Quando il jazz è al femminile: intervista a Le Scat Noir

Le Scat Noir

Le Scat Noir nascono nell’estate del 2013 dall’incontro tra Natalia Abbascià (voce e violino), Sara Tinti (voce e piano) e Ginevra Benedetti (voce), al Conservatorio di Ferrara. Unite dalla comune passione per la musica (jazz, ma non solo), queste tre ragazze hanno dato vita a un originale trio vocale, che unisce i loro differenti background in un repertorio insolito e affascinate.

Le Scat Noir ci hanno colpito per la cura degli arrangiamenti, pensati per voce, pianoforte e violino, per la garbata alternanza tra brani a cappella e brani strumentali, per la sperimentazione entusiasta, con cui mescolano lo swing a ritmi e sonorità proprie della musica etnica. Abbiamo avuto l’occasione di intervistarle dopo averle viste sul palco del Paradiso Jazz Festival, dove hanno aperto il concerto di Mike Stern e Dave Weckl.

Ecco quello che ci hanno raccontato.

Ciao ragazze e benvenute. Grazie per aver trovato un po’ di tempo per questa intervista. Cominciamo subito con le presentazioni di rito. Chi sono le Scat Noir? Come vi siete conosciute?

Ciao e grazie a te per l’invito! Le Scat Noir è un trio vocale femminile, nel senso che le nostre sonorità ruotano intorno alle nostre tre voci, ma nei nostri pezzi sono fortemente presenti anche il pianoforte e il violino. Ci siamo conosciute una mattina davanti al portone d’ingresso del Conservatorio di Ferrara, in occasione  dell’esame per entrare al triennio jazz. la nostra complicità è cominciata pochi minuti dopo, quando ci siamo trovate a fare comunella  durante il test d’ingresso. Siamo Ginevra Benedetti (da Firenze) alla voce; Natalia Abbascià (da Ruvo di Puglia in provincia di Bari) alla voce e violino; Sara Tinti (che vive attualmente a Bologna) alla voce e al pianoforte.

Com’è nata l’idea di fondare questo progetto?

A dire la verità il progetto non è stato fondato in un momento preciso, ma ha preso forma in modo molto spontaneo. La prima occasione  è stata data da un esame di musica d’insieme per il quale ci siamo trovate ad arrangiare e suonare un brano, “Beautiful Love”. Dopo il primo esperimento ci abbiamo preso gusto e abbiamo cominciato a cimentarci nell’arrangiamento di vari standard jazz, e in generale brani che incontravamo e semplicemente piacevano a tutte e tre. Dopo i primi riscontri positivi, ricevuti all’interno del Conservatorio, abbiamo visto che ne valeva la pena, e nel frattempo è nata anche l’idea del nome: Le Scat Noir.

È appena uscito il vostro primo disco, “Aerography”. Ci raccontate qualcosa?

Il nostro primo album di inediti “Aerography” è il frutto di cinque anni di esperienze, sia umane che musicali, uscito nel marzo 2019, dopo una gestazione lunga, impegnativa e bella. In seguito a un periodo nel quale ci siamo divertite a interpretare e stravolgere brani altrui, ognuna di noi ha cominciato a sentire l’esigenza di dire qualcosa di suo, è stato così che ciascuna di noi ha iniziato a portare le proprie composizioni al gruppo, al fine di lavorarci insieme. Il risultato di questo lavoro di mediazione e ascolto reciproco è stata una raccolta di 11 brani tanto diversi tra loro, ma che insieme formano un paesaggio popolato di narratrici e protagoniste, reali o immaginarie, dalla sensibilità fortemente femminile, le cui voci si intrecciano nel raccontare vissuti e sentimenti. Il titolo “Aerography” vuole proprio evocare l’idea di una pittura vocale, che delinea la sua forma e i suoi colori attraverso l’aria, l’elemento su cui si sviluppa il suono delle nostre voci. Hanno partecipato ad alcuni brani del disco anche tre musicisti, a cui siamo legate anche umanamente: Francesco Zaccanti (al contrabbasso), Gianfilippo Invincibile (alla batteria) e Anselmo Luisi (alla body percussion).

Qual è il brano dell’album a cui siete più affezionate, e perché?

È molto difficile rispondere. Ci sono brani che sono venuti meglio sul disco, altri che sentiamo con molta intensità quando sono cantati dal vivo, altri che invece ci divertono di più. Ogni brano ha la sua caratteristica e anche se è stato scritto da una sola di noi, ci identifichiamo sempre tutte e tre.

Le vostre canzoni mescolano il jazz alla musica etnica. Sono curiosa, quali sono i vostri riferimenti musicali?

Premesso che adesso il jazz è per sua natura caratterizzato dalla contaminazione, noi mescoliamo nella nostra musica i differenti background musicali di ciascuna. Per esempio Natalia ha una formazione classica, Ginevra adora la black music e Sara ha ascoltato tanto rock e musica, proveniente da diverse parti del mondo. Tutti questi elementi confluiscono in maniera naturale e non sono pianificati a tavolino. Facciamo, molto semplicemente, quello che ci piace, e sinceramente facciamo ancora fatica a definire la nostra musica e i nostri riferimenti precisi.

La prima volta che vi ho viste suonare dal vivo, avete aperto il concerto di Mike Stern & Dave Weckl al Paradiso Jazz Festival. Com’è stata questa esperienza? Che cosa vi ha lasciato?

L’esperienza di essere state scelte da Mike Stern e Dave Weckl in persona per aprire il loro concerto, e l’esibizione al Paradiso Jazz Festival, è stata una delle più belle cose vissute insieme come Scat Noir. La serata è stata emozionante, sia per l’ascolto attento che il pubblico ci ha riservato inaspettatamente, che per l’entusiasmo e positività dei grandi musicisti che abbiamo avuto l’opportunità di conoscere. Al di là del ricordo bellissimo che porterà, questa esperienza è stata importante, perché veder riconosciuto il nostro lavoro musicale da parte di artisti di così alto livello ci rende consapevoli che siamo sulla strada giusta, e quindi ci spinge nel continuare a darci da fare.

Per la vostra esperienza, quali sono le opportunità per un musicista emergente di farsi conoscere?

Sulla base di quello che abbiamo vissuto noi, i concorsi sono sempre stati contesti dal quale sono nate importanti opportunità e si sono creati contatti, sia con altri musicisti, che con organizzatori di spettacoli. E poi cercare di suonare il più possibile, in contesti anche molto diversi tra loro. Poi adesso c’è tutto il lato della comunicazione via social, sulla quale però non siamo al momento molto ferrate!

Come giudicate il panorama musicale attuale e la scena live?

Per quello che possiamo dire ci sono tanti musicisti con una grande preparazione, sensibilità, creatività. Ci piacerebbe poter ascoltare o conoscere qualcosa di radicalmente nuovo, perché sembra che la maggior parte della musica che c’è sia un riprendere materiale dal passato.

Quali sono i vostri progetti per il prossimo futuro?

Stiamo già scrivendo e arrangiando materiale nuovo. Ci piacerebbe provare a comporre insieme, cosa che è successa per un solo brano di “Aerography” e che non è semplicissima, ma vorremmo arrivarci. Inoltre stiamo lavorando per promuovere più seriamente il disco e il nostro progetto, perché vogliamo far viaggiare la nostra musica e viaggiare noi con lei.

Avete un ultimo messaggio per i nostri lettori?

Un gruppo affiatato crea un insieme magico, che è molto di più della somma delle singole parti. Questa è la cosa più preziosa che abbiamo imparato stando insieme e che cerchiamo di coltivare, ascoltandoci e facendoci indietro col nostro ego se necessario. Quindi, sia nella musica che in altre attività e passioni, impegnatevi a trovare qualcuno/a con cui sentite di poter condividere il percorso. Non è semplice facile, ma paga!

L’ultimissimo messaggio, più promozionale, è che se siete curiosi di ascoltarci potete trovarci su soundcloud, youtube e facebook. Se volete il disco “in carne e ossa” potete contattarci direttamente!

“Il potere femminile vi sommergerà!” (cit. Le Scat Noir)

 

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