BLEMIO – THE CLOWN AND THE MADMEN’S GAME

E’ triste sapere che i produttori discografici, per convincersi a scommettere su di uno dei tanti gruppi che a gomitate tentano di emergere dalla montagna di pacchetti postali che quotidianamente giungono alle etichette, ascoltino 3-4 secondi di ogni pezzo. E sì, perché il sound deve essere già identificabile in tale irrisorio lasso di tempo, in modo da fungere un po’ come “marchio di fabbrica” e piantarsi dritto in mezzo agli occhi dell’ascoltare distratto che saltella in autoradio. Insomma: una strategia commerciale che attanaglia l’arte?.e giungiamo alla spinosissima questione dei “gruppi commerciali” e dei “gruppi di nicchia”.e dei “gruppi di nicchia” che se vogliono campare con la musica devono pur venderla.ma questa è un’altra storia.
Tale tediosa premessa è fatta per mettere in risalto l’attenzione che i Blemio (nome tratto da un personaggio mitologico senza testa) da Lecce hanno dedicato al package del loro demo: curriculum, rassegna stampa, copertina, libretto interno e contatti/credits/ringraziamenti curati nella grafica e nei colori. E all’amico discografico questo interessa: anche la confezione si inserisce nel giudizio “usa e getta” di cui sopra.
Sorprende da subito la qualità della registrazione, effettuata nell’ “his home studio” del loro amico Paco, qualità spesso non raggiunta da studi di registrazione veri e propri.
Le influenze sono chiaramente riportabili alla scuola di Seattle e derivati. E questo è anche naturale: i tre ragazzi hanno registrato “The clown and the madmen’s game” pochi mesi dopo la nascita della band, tempo insufficiente per sviluppare un sound maggiormente peculiare. Le premesse però sono davvero buone. Prendo come riferimento “Little phone girl”, la seconda traccia: voce decisa e convincente, sezione ritmica apprezzabile, riff alternativamente melodici e graffianti. Gradevoli gli accenti blues di “Upon a star”.
Sarebbe affascinante associare a tale sonorità un cantato in italiano ma questa è una propensione personale: lascia il tempo che trova.
Complimenti, ragazzi, una prima di tal fatta non può che gettare le basi per un fertile futuro.