eXnovo

Ciao, conosciamo meglio gli eXnovo, presentatevi ai nostri lettori…
Il gruppo nasce a metà degli anni novanta ma è solo da alcuni mesi che si presenta con la formazione attuale: Alessandro Moscatelli (voce e chitarra), Luca Profeti (chitarra), Stefano Guerrieri (basso), Massimo Paolieri (batteria). All’attivo in questi anni ha alcuni demo, un ep e alcune partecipazioni live di un certo rilievo.

Quali sono gli artisti che vi hanno maggiormente influenzato?
Ognuno di noi ha influenze diverse che confluiscono nel nostro progetto in un sound che crediamo di poter definire personale.
È indubbio che se vogliamo fare dei riferimenti possiamo citare artisti quali: Muse, Placebo, Radiohead a livello internazionale; Marlene Kuntz, Estra, Afterhours nella scena italiana.
Teniamo a dire che spesso gli spunti ci arrivano anche da forme d’arte diverse quali un’opera di Montale o di Ken Loach.

La vostra musica ha una vena malinconica, è una vostra caratteristica, oppure nell’album ci saranno sorprese?
Sinceramente quando componiamo non ci prefissiamo obiettivi precisi bensì ci lasciamo trasportare da tutto ciò che è in noi e che ci circonda esprimendo, nella forma più naturale possibile, i nostri stati d’animo. Forse l’aspetto malinconico è uno dei più ricorrenti, ma certamente non ci sono preclusioni di alcun genere. Per l’album, quindi, non ci sentiamo di escludere nulla.

Come siete arrivati al contatto con il Red House Recordings?
Parlateci un po’ di questa esperienza
La Red House Recordings ci ha contattati dopo aver ricevuto il nostro ep autoprodotto “…pensieri malati”. È stato tutto molto gratificante: l’intesa professionale e le affinità di carattere personale hanno fatto sì che si venisse a creare il clima ideale per questa collaborazione.

Come nasce la vostra musica? E i testi, chi li compone?
Principalmente è nella solitudine che prendono vita le idee che successivamente vengono elaborate con il resto del gruppo fino a raggiungere i brani “finiti”. Altre volte invece è la pura improvvisazione in sala prove a portarci gli spunti su cui lavorare. Il nostro quindi è essenzialmente un lavoro di gruppo, sia la musica che i testi sono composti indifferentemente da tutti i membri della band.

Come giudicate la scena italiana?
Dobbiamo riconoscere che negli ultimi anni si sono fatti grossi passi in avanti; purtroppo però molti gruppi di qualità non riescono ad emergere in un panorama discografico spesso contraddittorio.