WILLIAM RED ROSSI

Etichetta: Autoprodotto

Durata: 57 min.

Tracklist:


Nato a Brest (Bretagna-Francia) da madre spagnola e padre italiano, William Red Rossi vive attualmente in Svizzera da dove ci propone questo album di puro perfezionismo musicale.
Riflesso in una grafica accattivante e pinkfloydiana, WRR ci propone un rock progressivo dove sonorità anni 80 si mescolano in suoni limpidi e atmosfere psichedeliche.

Alte le capacità tecniche dei singoli musicisti, rilevante di nota è la sezione ritmica tra basso e batteria accompagnati da una chitarra aggressiva ma nello stesso tempo dolce e melodica.
I brani richiamano vari artisti: un mix tra Lacuna Coil e Pink Floyd è “Time has never stopped”, “For you”- “It’s my Reflection”- “Love again”-“what do you mean?” e “Oh Jessy!”
(quest’ultima a mio avviso la migliore) sono decisamente mirate verso orizzonte più rock con un cantato influenzato dalla Scuola Seattle e dagli accostamenti a Mr. Vedder dei Pearl Jam.

Tuttavia in conclusione generale questi 12 brani ruotano sempre sullo stesso ascolto, dove routine di suoni e melodie non comportano un ascolto diretto e lineare dell’intero cd.
Quest’ultimo punto conferma che a volte il perfezionismo comporta una pesante monotonia d’ascolto, provocando pesantezza nei brani e dissolvendo spunti d’originalità.

VALUTAZIONE: 1/10

* ORIGINALITA’: 6

* TESTI: 7

* ARRANGIAMENTI: 8

* PRESENTAZIONE: 8

[dav]

[Staff sulpalco.com]

William Red Rossi

E’ come un viaggio attraverso l’Europa, un bel viaggio, il tempo di un’ora.
Alla guida c’è il nostro amico William Red Rossi, che da questo momento diventa Red, come un vecchio amico che ci viene a trovare, e ci racconta pezzi della sua vita, della sua storia.
Il viaggio inizia con “Time has never stopped” , ed è come percorrere le coste che da Gibilterra portano in Inghilterra. Un sound di tipico stampo brit-prog ma con interessanti influenze latine, ispaniche.
Si prosegue con “For You”, traccia più intimista, pervasa da un insolito ottimismo, con un sound vivace e delicato.
La terza tappa è tra le più interessanti e fondamentali, per capire la vera natura di Red, i suoni taglienti e un ottimo refrain fanno di “It’s my reflection” probabilmente una delle canzoni più riuscite del cd, e fa da preludio ad una strepitosa “As you go down the road”, questo loop di chitarra acustica che fa da tappeto alla voce di Red, al culmine dell’interpretazione, ma è soprattutto il finale sognante, dove splendidi intrecci tra la chitarra di Red ed il Sax mi hanno regalato la più bella foto di questo viaggio.
Non faccio in tempo a dare una pacca sulla spalla del mio autista, che nuove sono rità inattese mi coinvolgono.
Le successive tappe di “Different worlds” e “In the light of the day”, infatti ci portano in luoghi distanti da quelli visitati fin qui. L’utilizzo anche di digitalizzazione più estese, la voce cambia tono e prende possesso, i testi molto espressivi, lasciano la musica a far da cornice, come se in questo momento Red avesse abbassato un po’ l’autoradio, per farmi un ragionamento tutto suo sulla vita e sul dove stiamo andando.
Ma in “Love Again” il volume deve per forza tornare alto, perchè gli ottimi arrangiamenti di questa song non possono passare sottotraccia, stiamo prendendo l’aereo, perchè Red ha intenzione di farci attraversi le sue Alpi dall’alto di una bellissima melodia.
Bello l’intreccio di suoni acustici (che Red sulle sei corde ci sa fare davvero) nelle tappe di “What do you mean?” e “Sound Sleep”, qui i suoni si fanno placidi, tranquilli, molto più intimi, ma non per questo meno belli.
Facciamo un salto in Spagna Red? Ed eccoci accontentati! Il nostro amico ci spiega che per suonare bene il rock, non bisogna per forza cantarlo in inglese, e la voce si esalta, più fiera e sicura di se. Un brano “Oh Jessy!” che potrebbe essere, e spero lo sarà in futuro, il biglietto da visita di questo artista, rock spumeggiante ragazzi, c’è da divertirsi!
Il viaggio ormai è giunto quasi al termine, col sorriso sulle labbra, ma prima Red ci porta a casa sua, per farci conoscere la parte più bella che c’è in lui… sua figlia, un attimo fugace, il ritorno ci aspetta.
Attacca “Dreaming in your wedding dress”, e sembra di riassaporare quel sound che ha fatto grandi i Marillion.
E con questa splendida e lunga colonna sonora compaiono i titoli di coda, delle foto di Red con la sua chitarra che torna a casa a parlare di noi con la sua famiglia:”Sai oggi ho conosciuto un altro amico, penso che tornerà a trovarci spesso”.

William Red Rossi

ETICHETTA: autoprodotto
DURATA: 57 minuti circa
TRACKLIST: Time has never stopped, For you, It’s my reflection, As you go down the roard, Different worlds, In the light of the day, Love again, What do you mean, Sound sleep, Oh jessy, Dreaming in you wedding dress – – – –

Proveniente dalla Svizzera, William Red Rossi è una delle più piacevoli scoperte del 2005.
Figlio di madre spagnola e padre italiano (ma nativo in Francia), questo poliedrico artista ha iniziato prevalentemente la sua carriera dedicandosi allo studio della chitarra, sia come autodidatta che affidandosi a noti maestri jazz e blues, unendo queste due fonti e forgiando un stile unico e al quanto vigoroso.
Dopo essersi esibito in numerosi festival e concerti come solista, decide di buttarsi a capofitto nel mondo della composizione, arrivando, così, ad incidere il suo primo album: Three appunto.
Avvalendosi di musicisti dalle indubbie capacità tecniche, William Red Rossi sforna un album che ha dell’eccezionale per essere un esordio, riuscendo a non farsi etichettare in nessuna categoria ben specifica.
Si respira di tutto, dal rock al progressive, dal hard al pop, passando da brani più tirati a ballate soft e decisamente malinconiche.
Il tutto condito dalla sua versatile voce, dimostrando di essere un musicista valido anche a livello canoro e compositivo.
Il cd apre le porte con quello che considero il brano più gradevole dell’intero lotto, la bellissima “Time has never stopped”.
Il brano richiama a grandi linea le sonorità dei Dream Theater nell’album “Falling into infinty”, un disco orientato verso composizioni semplici e con un grande influsso di atmosfere pinkfloydiane, riuscendo così nel difficile intento di trasmettere emozioni e feeling prima che dimostrare quanto siano validi tecnicamente i musicisti. Il resto dell’album si muove sulle stesse coordinate, discreta varietà e,soprattutto, grande solarità nelle composizioni, pur non venendo mai meno alla melodia, caratteristica di fondo di questa fatica discografica.
Le sfumature prog, tuttavia, sono l’elemento che più balza agli occhi; grande attenzione alle atmosfere e agli arrangiamenti, passaggi arpeggiati, e la capacità di variare da cantati bassi a cantati alti, spezzandoli con brevi passaggi recitati, rendendo il tutto decisamente affascinante e suggestivo.
L’album scorre così tranquillo e senza intoppi, passando dalla graffiante “It’s my reflection” alle decisamente più sognanti “Love again” e “As you go down the road”.
Nessuna caduta di tono, originalità di fondo abbastanza buona e riscontrabile (anche se il progressive rock degli anni 70 e 80 aleggia prepotentemente su tutto l’album), il che lascia sperare un grande futuro per questo artista e la sua band.
Se aggiungamo la cura di ogni dettaglio, dall’artwork all’ottima incisione fino al sapore internazionale che emerge sin dal primo ascolto, non si può negare che sentiremo ancora parlare di William Red Rossi.