Laura Furci si racconta a SulPalco

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Si è esibita sul palco del Bravo Caffé di Bologna per presentare i suoi ultimi lavori, Think con la tua cabeza (2013) e PaCiencia (2015), entrambi finanziati attraverso il crowdfunding. Lei è Laura Furci, musicista d’origine friulana, pianista cresciuta nella musica classica, cantante talentuosa e compositrice poliedrica. In un concerto serrato ed emozionante, Laura ha presentato al pubblico bolognese il suo ampio repertorio, spaziando dal jazz al pop, dai brani originali alle cover. Di più: trasmettendo con la voce e con il piano la sua grande energia e la passione per la musica. Musica intesa come forma d’arte e d’espressione, non come show business.

“Nel nostro lavoro, soprattutto in Italia, è diffusa l’idea che se fai il musicista, se fai le cose ad un certo livello, devi per forza avere l’obiettivo di diventare – si usa questa parola, no? – famoso. Per me la musica è un’altra cosa. L’arte in generale è uno specchio, ti mette di fronte a te stesso. Fa sì che tu non abbia paura di te. L’arte è l’unica religione che connette quelli che non ci sono più, con noi che siamo qui ora e con quelli che ci saranno domani. Sono caduta già da molto tempo nella rete della religione dell’arte – fin da quando ero piccola – perché era l’unica che mi diceva: “Ascoltati, tu pensi, va tutto bene”. Insomma è il modo in cui mi salvo la vita, da sola e attraverso l’amore delle persone con cui condivido la mia musica! È un grande lusso e una fortuna immensa”.

La storia di Laura è una storia a lieto fine, di quelle in cui l’impegno premia e il talento viene riconosciuto e apprezzato. Già il suo secondo lavoro, Think  con la tua cabeza, vanta più di una collaborazione prestigiosa: innanzitutto quella con Micheal League, bassista e produttore della band jazz fusion Snarky Puppy, che ha lavorato fianco a fianco con Laura per tre mesi, a New York. L’album è stato registrato presso l’Eastsidesound, da Marc Urselli [tecnico, tra gli altri, di Lou Reed e John Zorn, e con cui Laura registra regolarmente da ormai 8 anni, n.d.r.], in trio con dei musicisti d’eccezione: Ugonna Okegwo e Colin Stranahan. Il lavoro è stato poi completato all’Atlantic Studio, con le sezioni di fiati e archi, grazie alla collaborazione dei musicisti degli Snarky Puppy.

“Quando ho inviato a Michael le mie canzoni, scritte per pianoforte e voce, lui ha subito dimostrato grande interesse per l’originalità della musica che gli stavo sottoponendo (parole sue!) e, nonostante in quei mesi stesse producendo anche “Lingus” e il primo “Family dinner” [che poi ha portato gli Snarky Puppy a vincere il Grammy, n.d.r.], mi ha chiamata a New York per lavorare assieme al mio disco”.

Il risultato è un disco dalle sonorità originali e ricercate, in cui ogni brano è diverso dall’altro, espressione del gusto e della personalità di Laura. Il che, tra l’altro, è perfettamente coerente con il titolo dell’album: Think con la tua cabeza, senti con la tua sensibilità. È uno di quei dischi da ascoltare e riascoltare, per coglierne appieno tutte le sfumature, e un lavoro che non è passato inosservato. Come ha scritto la rivista americana All about jazz, la musica di Laura Furci “è una musica intelligente suonata in maniera intelligente, fruibile anche dal grande pubblico”.

Il confronto e la collaborazione con gli altri musicisti sono aspetti fondamentali, secondo Laura, nella sua crescita artistica. “Per me è stata un’esperienza illuminante registrare Think con la tua cabeza. Così come mi fa continuare a crescere condividere il palco con musicisti del calibro di Javier Colina e Guillermo McGill, in Spagna”. Anche nell’ultimo album, PaCiencia, Laura si avvale di una collaborazione importante: quella con Campi Campón Brugada, già produttore di Jorge Drexler (cantautore uruguaiano, famoso per aver vinto l’Oscar con la canzone “Al otro lado del río” ne “I diari della motocicletta”).

“PaCiencia è stato interamente prodotto da Campi Campón Brugada, ma in quest’album io sono l’unica musicista. Ho suonato diversi strumenti a tastiera: pianoforte, wurlitzer, hammond… Poi lui ha aggiunto dell’elettronica con grande raffinatezza, un po’ come nei dischi di Jorge Drexler, che è uno dei miei cantautori preferiti in assoluto”.

In PaCiencia non viene meno una delle caratteristiche peculiari della cantautrice: l’utilizzo di tre lingue diverse, italiano, inglese e spagnolo, nella composizione dei testi.

“Dicono che chi parla bene varie lingue, quando passa da una lingua all’altra ha un vero e proprio cambio di personalità. Beh, è vero, te lo confermo”, scherza Laura. “Nell’arco di dieci anni ho vissuto a Madrid, Barcellona, Cadice, New York, Berlino, Trieste e in Friuli, in generale. Non sono io a decidere a priori in che lingua scrivere le canzoni. Si può dire che sia quasi la lingua del Paese in cui ho deciso di vivere a scegliere me, essendo viva nelle mie conversazioni, anche in quelle mentali. Le mie canzoni parlano sempre di riflessioni nate dalle esperienze che ho vissuto, sono vive e vivide, provengono da ciò che mi accade e che lascio accadere, come anche da quello che non lascio accadere e che rimane nelle canzoni”.

Il modo di fare musica esuberante ed eclettico di Laura non si riflette poi soltanto nella scelta di lingue diverse per i suoi testi, ma anche nel suo interesse per la sperimentazione, che la porta a spaziare da un genere all’altro, dal jazz, al latin e al pop.

“Per me la musica è una. Non saprei come rispondere alla domanda: “Che genere di musica fai?”. Ho studiato musica classica, sono passata dal jazz a New York al flamenco in Spagna… E poi ci sono le mie esperienze. Quindi metto insieme tutti questi linguaggi e, quasi senza farlo apposta, nascono le mie canzoni. Tutte queste cose fanno parte di me, sono tutte cose che mi hanno appassionato”.

Nonostante sia in continuo movimento, sempre fuori dalla “comfort zone”, come canta in una delle sue canzoni, nonostante gli anni trascorsi all’estero, Laura è riuscita a farsi conoscere e apprezzare anche nel suo Paese d’origine. Tra le esperienze che ricorda con maggiore soddisfazione ci sono la partecipazione al Grado Music Festival, in duetto con Al Jarreau, l’apertura dei concerti di Gualazzi e Bollani, i concerti all’Udine Jazz, al Festival Jazz di Cormòns, al Teatro Miela di Trieste e al Festival “Musica sotto la torre” di Pisa. “… anche se ciò che mantiene viva la mia musica sono i concerti come quello di stasera a Bologna, in cui io e voi siamo tutt’uno e non c’è più differenza tra chi sta sul palco e chi sta sotto”.

 

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DISCOGRAFIA:

Out of my comfort zone (2010)

Think con la tua cabeza (2013)

PaCiencia (2015)

 

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