Giro Guidato

Il demo, dei Giro Guidato, è un disco con otto tracce, e lo si deduce – prima di ascoltarlo ovviamente – dai titoli scritti direttamente sulla superficie del cd (e menomale che stavano scritti almeno là!) e poi da nessun’altra parte.
Ora, non è che da un gruppo emergente – e si pensa anche piuttosto squattrinato – ci si aspetti un libretto patinato di dodici pagine con testi e book fotografico, ma che almeno abbia l’accortezza di proporre una semplice copertina che indichi la tracklist e la formazione del gruppo però si!

Invece questi ragazzi di Grottaferrata (Roma) – lo deduco dal mittente scritto sul pacchetto postale che mi è arrivato – hanno lasciato un po’ tutto al caso/caos, tant’è che inizialmente ho avuto anche il dubbio che Giro Guidato fosse il titolo del disco piuttosto che il nome del gruppo.

Forse, se l’intento di questi ragazzi romani è anche quello di cercare qualcuno che li voglia produrre oltre che quello di divertirsi, dovrebbero stare un po’ più attenti alla forma; comunque…

Il disco si apre con Reason e con la sua chitarra acustica funkeggiante che promette abbastanza bene. Segue Right over, che si distingue per il suo ritornello orecchiabile e immediato, e per le buone tastiere, nonostante qualche incespico di batteria.

Say you’ll be mine è un lento alla Aerosmith dei tempi di Armageddon, con un retrogusto di ballata stile Guns’n’Roses. Ma ahi me, da qui in avanti è tutto un climax discendente.

Eppure qualcos’altro di buono si ritrova; come l’uso sapiente e diffuso di suoni campionati di cui è capace il tastierista, che a mio avviso si distingue tra tutti i componenti del gruppo, ma di cui ignoro nome cognome o provenienza per i motivi di cui sopra.

Anche il riff continuo e martellante di chitarra distorta che percorre The sound of love è da segnalare, ma poi…

A un certo punto il disco cambia totalmente. In realtà è tutto abbastanza vario, e questa è un’altra nota a favore dei Giro Guidato, ma a partire dalla quinta traccia c’è un cambio radicale…perché i testi sono in italiano; e qui il climax si palesa ancora di più.

Si, perché se fino alla quarta traccia il mio non entusiastico rapporto con l’inglese non mi aveva permesso di carpire più di qualche stralcio di frase, ora i testi li capisco tutti, e bene; e purtroppo non mi piacciono per niente, o quasi. E finiscono anche per insabbiare quello che di buono si ritrova in un ritornello che sembra funzionare abbastanza (quello di Quante volte per esempio, nonostante il pezzo in generale mi ricordi un po’ un Simone che sembra Grignani che sembra Vasco) o, ancora una volta, negli arrangiamenti della tastiera (soprattutto in E passa il tempo).

Lo so, forse sono un po’ troppo radicale, ma nel 2006 mi sembra quanto meno anacronistico scrivere cose tipo “l’amore ci darà anche l’ultimo respiro che avrà”, o ancora “l’orologio del tuo amore si è fermato.”

Ragazzi, scusate. Mi dispiace.

TRACKLIST:

1.Reason

2.Right Over

3.Say You’ll Be Mine

4.The Sound Of Love

5.Non È Possibile

6.Un Giorno In Meno

7.Quante Volte (Però)

8.E Passa Il Tempo