RED NEON CITY, MELANIE EFREM, OLOFERNE, WARCHILD

Per la seconda volta ho il piacere di recensire un lavoro dei Red Neon City, progetto musicale milanese che risponde al solo ed unico nome di Geppi Cuscito. L’iniziale “Stop breathing” strizza l’occhio alle sonorità dei Depeche Mode di Ultra, poi il dischetto continua a girare e, una dopo l’altra, le 5 rimanenti tracce prendono possesso dello spazio. E sì, perchè sono tentato di richiamare la musique d’ameublement di Erik Satie o l’environmental music di John Cage o, ancora, l’ambient music tanto cara a Brian Eno, per fotografare le suggestioni affrescate da questi suoni liquidi, vagamente tribali, espansi. Quando Geppi decide di cantare la sua voce, suadente e vellutata, esalta la raffinatezza di composizioni che si snodano tra arpeggi acustici, accordi fugaci, suoni elettronici e riverberati. Musica di classe, non c’è che dire.
Da Torino i quattro ragazzi dei Melanie Efrem si presentano con questo bel demo composto di 3 canzoni, forti tra l’altro di un’intensa attività live costellata di svariate affermazioni in festival e concorsi. L’attacco è subito rumoroso e fiammeggiante: “Come a voi conviene” si dibatte tra riff alla Marlene Kuntz e impianto ritmico che riporta alla produzione di mezzo dei Ritmo Tribale, con la voce di Gianluca che a tratti rievoca Manuel Agnelli. “Venere che impaurisce” invece ha un andamento più lento e rilassato, in bilico tra i già citati Afterhours e i Karma. A metà strada si posiziona “L’originalità”: qui si fa apprezzare l’ottimo song writing dei Melanie Efrem e gli interessantissimi contenuti testuali di Gianlcua Conte.
“Solo chi, spesso, ferito nel cuore dalla difficoltà di essere compreso da altri uomini, o disanimato dalla freddezza e grossolanità altrui o oppresso dalla disillusione, o in qualsiasi modo dolorosamente solitario e bisognoso di espansione, ha sentito nella musica la voce che apre le porte del cuore, e fa scaturire un benefico pianto e solleva lo spirito in un alto conforto. Solo questi potrà comprendere come la musica sia una compagna necessaria all’umanità”: con quest’intro si apre “Le parole del vento”, bellissimo cd dei marchigiani Oloferne, arricchito da contenuti video extra e dal contributo di ospiti quali Sandro Severini (Gang) e Gastone Pietrucci (La Macina). E questa è musica che riconcilia col mondo, che ti spinge a spalancare le finestre alla ricerca del tepore del sole, delle carezze del vento. Le 10 tracce si muovono tra rock cantautorale, folk e tradizione, l’impianto ritmico è attraversato da efficacissime percussioni, flauto e violino ricamano traiettorie melodiche festose, le chitarre invitano alla danza, la voce di Giacomo Medici scandisce e trasporta. Da non sottovalutare infine un packaging (digipack cartonato) graficamente e contenutisticamente irreprensibile. Dopo importanti piazzamenti in concorsi quali Rock Targato Italia e Piceno on the Rock, per la prossima estate sono in partenza per un tour in Argentina.
La fama dell’heavy metal dei Warchild ha raggiunto l’Inghilterra e, ascoltando i 7 pezzi di “Preaching…”, si capisce perchè: i 5 propongono un sound di grande impatto, sia per melodia che per potenza. Pescando un po’ nel thrash metal dei Testament, un po’ nel power dei Pantera, un po’ nell’heavy metal classico di Iron Maidene, Judas Priest o Halloween (in particolare in alcune modulazioni vocali), i Warchild ricavano una formula convincente che, seppur non brillando per originalità, probabilmente trova proprio nella coerenza senza compromessi la propria forza. Le canzoni non durano mai meno di 4 minuti, spesso tramutandosi in epiche cavalcate elettriche con pennate e contropennate che garantiscono un groove distruttivo. Consigliato a tutti i true defenders.