Il groove di Adam Ben Ezra rapisce il Bravo Caffè

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Si chiama Adam Ben Ezra e con il contrabbasso è un fenomeno. Cresciuto a Tel Aviv, ha cominciato a suonare il violino quando aveva appena cinque anni, la chitarra a nove. A sedici anni, però, ha scoperto il contrabbasso ed è stato amore a prima vista. Ispirandosi a diversi generi musicali e musicisti (da Bach a Chick Corea, da Sting a Jaco Pastorius), Adam ha iniziato la sua carriera suonando jazz in caffè e piccoli club.

Il 2008 è stato l’anno della svolta: la sua versione del tema della sit-com “Seinfeld” e la sua cover del brano di Michael Jackson “Billie Jean” hanno ottenuto online un successo virale, attirando l’attenzione dell’etichetta CandyRat Records, con cui Adam ha pubblicato i primi singoli. Nel 2015 esce il suo album di debutto, auto-prodotto grazie a una campagna su PledgeMusic, dal titolo “Can’t Stop Running”. Abbiamo avuto occasione di vederlo dal vivo a Bologna, in un live eccezionale al Bravo Caffè.

Il concerto comincia subito con la title track del disco, “Can’t Stop Running” e con il suo suono colorito e ricco di groove. Il video di questo pezzo ha meritatamente raggiunto su YouTube più di un milione di visualizzazioni. Imbracciato l’archetto, Adam prosegue poi con “Hide And Seek”, creando con la loop station la base sonora su cui giocare con l’improvvisazione. Pur essendo da solo, ha il suono di una piccola orchestra.

Non esiste un’etichetta adatta a descrivere la musica del polistrumentista israeliano, che prova gusto nel mescolare jazz e world music. “La mia musica è un viaggio da ovest a est”, dice Adam, introducendo i brani successivi, e – quasi volesse confermare la sua affermazione – esegue prima “Silk Road”, in cui echeggiano addirittura sonorità indiane, poi “Flamenco”. Si cambia completamente genere anche nel pezzo successivo, una toccante versione di “Dear Prudence” dei Beatles, resa ancora più interessante dall’uso capace degli effetti e dal riverbero sulla voce.

Il live continua serrato con “Prayer”, un altro brano dell’ultimo disco, che Adam esegue al piano ma senza rinunciare agli effetti, e con alcuni brani del suo repertorio precedente, come “Balagusto” e “Sunny Shades”. Davanti agli occhi di un pubblico stupito e sempre più entusiasta, chiude con i due pezzi del bis: “Yafa Kalevana”, dedicato a sua moglie, e “Slihot”, eseguito al clarinetto, mescolando sonorità etniche ed elettroniche.

Non sorprende lo straordinario successo che le performance dal vivo di Adam Ben Ezra (da anni al fianco di Noa) stanno avendo nel suo tour Europeo e Americano, così come nei Festival. Non è solo un concerto, un suo live è una sorpresa continua, un’esperienza emozionante, qualcosa di unico e originale. Non annoia, Adam. È la voce fuori dal coro che ci vuole per rivoluzionare un panorama musicale a volte troppo standardizzato e, perché no, per indicare una possibile direzione da seguire.

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